Sindrome fibromialgica

Definizione fibromialgia
La fibromialgia o sindrome fibromialgica è una malattia molto difficile da riconoscere e diagnosticare, a causa della varietà e multiformità dei sintomi. È sempre stata oggetto di studio da parte di diverse branche della medicina, come la reumatologia, la psichiatria, la neurologia, ecc.

L'American College of Rheumatology, definisce tale sindrome come una patologia cronica sistemica, ad eziologia sconosciuta, e caratterizzata da dolori muscolo-scheletrici diffusi con caratteristici tender points (punti dolenti al contatto), spesso associata ad astenia psicofisica, allodinia (dolore da stimolo innocuo), iperalgesia (aumentata sensibilità al dolore), disturbi del sonno, risveglio doloroso, cefalea, sindrome del colon irritabile, disturbi dell'umore e una varietà di altri sintomi clinici.

Un recente studio scientifico italiano ha definito la fibromialgia come: “una sindrome da sensibilizzazione centrale, caratterizzata da disfunzione dei neurocircuiti, che coinvolgono la percezione, la trasmissione e la processazione degli stimoli nocicettivi afferenti, con la prevalente manifestazione di dolore a livello dell’apparato locomotore”.

Diagnosi
I criteri per la diagnosi della fibromialgia sono stati definiti dall’American College of Rheumatology nel 1990. Nel 1992 la fibromialgia è stata riconosciuta come malattia nosograficamente autonoma dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Infine, nel 1994 l’International Association of the Study of Pain (IASP) ha riconosciuto la fibromialgia come una malattia.

Sintomi
La caratteristica principale della fibromialgia è il dolore cronico diffuso in tutto il corpo che può concentrarsi a volte in zone precise (tender point). Il dolore è generalmente definito come diffuso, costante, puntorio, bruciante o sordo. Il dolore è simile a quello neuropatico.

Secondo uno studio anglosassone, al dolore fisico, il 75-90% dei pazienti presentano un quadro di astenia, caratterizzato da uno stato generale di affaticamento per tutta la giornata, più accentuato al mattino. La qualità e la quantità del sonno appaiono inadeguate nel 75% dei casi.
Le alterazioni del sonno creano un circolo vizioso che accentuano il dolore (maggior sensibilità al dolore) e influiscono sull'umore, e a loro volta contribuiscono ad influenzare il sonno.
La sensazione di dolore e gonfiore agli arti inferiori si osserva si osserva in circa il 50% dei pazienti.
I disturbi neurocognitivi, caratterizzati da riduzione dello stato di concentrazione, disturbi della memoria a breve termine, confusione mentale.
La sindrome del colon irritabile è presente nel 32-70% dei casi ed è caratterizzata da dolore addominale, sensazione di gonfiore, diarrea alternata a stipsi. I disturbi dell'apparato genito urinario sono molto frequenti nei pazienti affetti da fibromialgia, come dolori pelvici, spasmi vescicali, minzioni frequenti, dismenorrea. I disturbi della sfera affettiva colpiscono circa il 50-60% dei casi, i quali presentano almeno un episodio di depressione importante nel corso della vita.

I tender point rappresentano il segno obiettivo più caratteristico della fibromialgia.

Il complesso quadro sintomatologico dei pazienti con sindrome fibromialgica può essere influenzato da condizioni esterne, come eventi stressanti, ritmi di vita frenetici, sovraccarico lavorativo, ecc. Gli studi basati sui criteri classificativi dell’American College of Rheumatology (ACR) riportano una prevalenza sulla popolazione generale tra lo 0,1 ed il 3,3%. La motivazione della maggiore prevalenza nel sesso femminile non è del tutto nota (rapporto maschi/femmine 1:9). E’ probabile che la differenza tra i due sessi debba essere ricondotta ad una diversa interazione tra fattori genetici, biologici, psicologici e socio culturali (gli estrogeni hanno un ruolo importante sulla modulazione del dolore).

Comorbilità fibromialgia
Secondo uno studio scientifico del 2009, le comorbilità più frequenti riguardano:
.Cefalea o emicrania
.Estrema sensibilità al tatto
.Dolore facciale 
.Sensazione di intorpidimento/formicolio
.Difficoltà di concentrazione
.Ansia, depressione
.Lombalgia
.Rigidità muscolare
.Astenia
.Crampi agli arti inferiori
.Dolori addominali con alternanza di stipsi e diarrea
.Bruciore a urinare
.Disturbi del sonno
.Disordine post traumatico da stress
.Artrite
.Osteoartrosi
.Sindrome delle gambe senza riposo

Trattamento della fibromialgia
Recenti studi affermano che la strategia del trattamento della fibromialgia è caratterizzato da un approccio interdisciplinare e multiprofessionale, finalizzato all'attenuazione del dolore, alla riduzione della stanchezza psicofisica, delle turbe del sonno e delle altre espressioni emotive della malattia. Il risultato finale del trattamento è quello di migliorare la qualità di vita del paziente.

Cosa può fare l'osteopata?
Il trattamento osteopatico nella fibromialgica prevede un lavoro di riequilibrio globale delle funzioni del corpo cosi da dare beneficio al paziente. Il trattamento dei tender point (punti dolenti al contatto) attraverso tecniche di soft tissue, permette di ridurre il dolore percepito del paziente. L'obiettivo fondamentale è quello di migliorare la qualità della vita del malato riducendone dolore, rigidità e limitazione funzionale nelle azioni della vita quotidiana. La ginnastica posturale è fondamentale anch'essa, per ben distribuire i carichi in maniera corretta, senza così avere zone di maggior tensione. Inoltre compito dell’Osteopata è quello d’insegnare ai pazienti sofferenti di fibromialgia, come gestire da soli il dolore, tutto questo per rendere consapevoli e autonomi i pazienti. E’ importante ricordare inoltre, che tale sindrome non ha solo una base muscolo-connettivale, ma anche biochimica, spesso è importante ed utile assumere degli antiossidanti d’altissima qualità e biodisponibilità.
La teoria della Disfunzione Deossigenativa–Ossidativa (ODD) basata sul concetto di difficoltà nel metabolismo dell’ossigeno a livello cellulare come causa della fibromialgia è attendibile (teoria del Dr. Majid Ali Capital University of Integrative Medicine, Washington D.C. USA), quindi un apporto elevato d’antiossidanti, che migliora la qualità e la quantità d’ossigeno a livello cellulare è auspicabile.

In conclusione
Dal quadro finora emerso appare evidente come l’origine di questa malattia sia ancora ad oggi poco chiara e l’unica chiave di accesso alla comprensione dei processi che causano e mantengono la fibromialgia sia l'interdisciplinarietà: è fondamentale, in un’ottica di ricerca futura, che la scienza medica e quella psicologica uniscano i propri sforzi per combattere una patologia tanto silenziosa quanto invalidante. Solo così, infatti, riusciremo ad ottenere nuovi successi sia in campo eziologico che terapeutico.


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Dottoressa Michela Possanzini
Osteopata D.O.
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